Mal di schiena e costi sociali

L’incidenza del mal di schiena nostra società occidentale è particolarmente alto e nel nord-est il fenomeno è leggermente al di sopra della media nazionale. Il costo sociale di tale fenomeno è decisamente alto se si calcolano sia i costi diretti che indiretti. Oltre alle spese mediche, infatti, i costi sono particolarmente gravosi anche sotto il profilo del mancato lavoro. Sono migliaia le giornate di lavoro perse per questa causa. Uno studio, sostenuto da Basaglia, afferma che il 75% delle assenze dal lavoro sono giustificate con il dolore vertebrale e che la lombalgia è la quinta più comune causa di visita medica anche tenendo conto che il 40% delle persone non va dal medico quando è affetta da questo problema. Secondo Henderson in Gran Bretagna, ogni settimana un milione di persone si assenta dal lavoro per malattia; di questi, 3000 saranno ancora assenti dal lavoro dopo 6 mesi”. Sei mesi sono una soglia infausta per le assenze dal lavoro: solo il 20% delle persone assenti per più di sei mesi riprenderà il lavoro nei cinque anni successivi.

Fa rilevare Waddell che sono sempre più numerose le evidenze scientifiche e il consenso internazionale sul trattamento clinico del dolore cronico, con particolare attenzione alla ginnastica antalgica e alle scuole di educazione posturale. C’è un accordo sempre maggiore su: (1) intervenire precocemente, (2) affrontare le questioni biologiche, psicologiche e sociali attinenti, (3) riabilitare per recuperare buoni livelli funzionali e di attività e (4) ritornare precocemente al lavoro. Waddell nota che in questo processo si è modificato il ruolo del lavoro. Il ritorno al lavoro è stato per lungo tempo un obiettivo del trattamento del dolore cronico. Ma ora il lavoro è sempre più considerato non solo un obiettivo ma anche una parte della terapia. La ripresa del lavoro è non solo l’obiettivo sociale più importante, ma una parte integrante del trattamento. Il ruolo nella gestione della schiena deve essere attivo. Ognuno di noi deve pensare che accudire la propria salute è un suo specifico dovere.

Articolo redatto da
Prof. Diego Sarto
Direttore scientifico.
Docente di posturologia e chinesiologia applicata UNIVERSITA’ DI PADOVA

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